da qui
Non hai saputo mai ballare. Ci hai provato: avevi acquistato un corso, addirittura, tentavi e ritentavi, davanti allo specchio dell’armadio; imparati alcuni passi, li ripetevi sempre, come se un mondo chiedesse di nascere a quel ritmo, dal corpo predisposto per tutti gli sport, eccetto questo. Giocavi al calcio con sicurezza e abilità: una specie di danza, che faceva rimbalzare la palla tra le gambe altrui, con finte e controfinte che mandavano in tilt gli avversari più coriacei; nei piedi nascondevi una magia: una forza misteriosa e delicata li spingeva a prescindere dalla loro volontà. Ma il ballo no: diventavi, all’improvviso, rigido e legnoso, paralizzato da qualcosa che impediva di lasciarsi andare, di provare l’ebbrezza del volo insieme all’altro, vincendo il peso di catene che t’impacciavano da sempre. Immaginavi che tutti i problemi si sarebbero risolti se fossi riuscito a indovinare un passo di tango, di valzer o di foxtrot. Come il brutto anatroccolo, saresti diventato un cigno elegante ed impeccabile, sarebbero scomparse le paure, l’angoscia sottile che insisteva a logorarti. Hai sempre temuto che la ragazza di turno ti chiedesse di andare in discoteca: perché è lì che ti saresti tradito, che si sarebbe accorta di ciò che ti mancava: la capacità di abbandonarti, di scioglierti una volta per tutte dal cappio che ti strangolava ogni volta che era l’ora di lanciarsi, di deporre le certezze per accogliere il rischio della vita. La parlantina non sarebbe più bastata, né la poesia, con cui abbattevi i muri e stemperavi le difese; avresti ammesso la tua debolezza insuperabile, il tallone d’Achille che t’aveva inibito ogni volta l’esperienza dell’amore. Ma solo adesso afferri il senso di quella inettitudine. Ora che nuoti in mezzo alla tempesta, fidando di raggiungere la riva solo perché qualcuno t’ha promesso che, con il suo aiuto, ne uscirai. Uno, due, tre, quattro, cinque, sei; cadenza, salita in otto tempi. I giri, il cambio, il gancio. Avanti, piede sinistro, tre passi in linea, quattro, chiusura; passo laterale: sinistro avanti, uno, due, sinistro laterale, tre, quattro, chiusura. Non era, poi, così difficile. E’ come se scrivessi un poesia, come se il romanzo fosse un tango; ecco, sei tu Al Pacino in Scient of woman: le hai preso la mano, l’hai portata al centro della sala, comincia la musica, ormai non torni indietro. Non era poi così difficile. Se lei sorride, è fatta: vuol dire che stavolta sei riuscito a lanciarti veramente.
La vita è tutto un lancio, se non ti lanci non proverai mai l’ ebbrezza del volo, ne assaggerai il sapore della libertà!
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Non è importante saper fare tutto, l’ importante è fare bene quello che sappiamo fare meglio…
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Il Tango
…………………
Vi sono cose antiche in quegli accordi,
la pergola intravista, l’altro patio.
(Dietro, i suoi muri sospettosi il sud
ha in serbo una chitarra e un pugnale).
Quest’incantesimo, questa ventata,
il tango, sfida gli anni affaccendati;
di polvere e di tempo, l’uomo dura
meno della leggera melodia,
che è solo tempo. Il tango crea un torbido
passato ch’è irreale e in parte vero,
un assurdo ricordo d’esser morto
in duello, a un cantone del sobborgo.
Jorge Luis Borges
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Che dire di quello che accade nell’uomo per cose apparentemente trascurabili, o avvenimenti di poco conto capaci di macerare il cuore!
Ci muoviamo ,aspirando all’eterno, racchiusi dai nostri limiti ma depositari
di un inestimabile tesoro. Per questo limite gemiamo nel dolore e per il tesoro
che é in noi gridiamo : Abba-Padre.
Guarda, Signore, siamo affaticati ed oppressi, ristoraci,
beatificandoci di Te.
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Da soli non si va così lontano,abbandonarsi nelll’abbraccio di un tango è come trovare la seconda ala per spiccare il volo. Ed è proprio quando si respira l’immenso che ci si accorge che, in fondo, non era poi “così difficile”
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Sembrano buttati a caso, vicino ad un tango: la tempesta, la fiducia, la mano di Uno che si allunga per salvarti.
Un racconto, quello di Fabrizio, che riconduce sempre all’eterno:una esperienza interio-
re regalata con discrezione, non senza sofferenza.
“Non so quando spunterà l’alba
non so quando potrò
camminare per le vie del tuo paradiso
non so quando i sensi finiranno di gemere
e il cuore sopporterà la luca.
E la mente (oh la mente!) già ubriaca,
sarà finalmente calma e lucida:
e potrò vederti in volto senza arrossire.
D. M, Turoldo
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Che cos’è la vita se non una danza senza fine?
Non esiste scuola che ti insegni come muovere i passi giusti, ma sei tu che devi riuscire a lasciarti andare e seguire il ritmo, seguendo ciò che ascolta il cuore.
E di qualunque ballo si tratti, la cosa importante è avere il compagno giusto che ti sa portare e trasportare, volando tra le note: soli con Lui puoi imparare a ballare meravigliosamente, con eleganza e leggerezza, anche se sei “rigido e legnoso”.
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Così semplice, così difficile il passo dell’affidamento: inizia con i nostri limiti, dove non arrivano più i nostri carismi e i nostri talenti per condurci tra le braccia dell’Altro ad imparare, al centro di quella sala che è l’esistenza, la danza del vivere.
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La danza.Una volta ho sentito la frase:se ti si balla bene con tuo partner,significa che nella vita potete andare d’accordo.
E lo sport? gioco di squadra-assomiglia la vita,perchè la vita è un gioco di squadra,collaborazione,aiutare ad altro,sostenere più debole,accorgersi del altro che sta accanto,….soltanto cosi si può vincere la partita. Uguale come nella vita.
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Quando ho aperto la pagina,ho dato uno squardo attimino e ho notato subito la frase:”se lei sorride,è fatta”-ecco, ho pensato, di nuovo devo litigarmi con l’autore,però poi, ho letto con attenzione e mi sono commosa.Ho collegato due frasi insieme:
“Non era poi cosi difficile.” “solo perché qualcuno t’ha promesso che,con il suo aiuto,ne uscirai”
cioè tu vuoi fidarsi e ti fidi,ti fidi perché ami, e solo cosi- con amore e fiducia tutto diventa possibile e bello. E “lei sorride”- perché è felice.
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La danza e’ come la poesia.
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Così’ difficile ……. postare un commento oggi.
Sara’ il mio collegamento che non va!
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Quando finalmene hai imparato ad affidarti, ti senti leggero nel corpo e forte nel cuore !
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” Ti esaltero’ Signore,perche’ mi hai risollevato,ed hai cambiato la tristezza in una danza per me,hai sciolto il mio saio,e mi hai cinto d’allegria…” ( canto d’Alleluia,tratto da un Salmo…mi si e’ aperto un angolino di memoria…canticchiata..).
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“La cosa più terribile non è quella di spezzare i cuori,ma bensi quella di ridurli in pietra”
Oscar Wilde
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Si danza con qualcuno, diverso, altro rispetto a noi, interlocutore di passi e di ritmi, di domande e di risposte, passo avanti, passo indietro. Non c’è gara, non c’è neppure vittoria, nè un traguardo da tagliare….armonia della danza, musica del corpo, passi, parole.
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é vero che la vita è una danza ma quando siè in due siriesce sempre Ad ogni musica ascoltata mi chiedeva sempre :”ma lo so fare questo eio sicura certo ” edera così durante il corso della noste vita anche avendo la certezza che Lui era sempre presente! E per fortuna ora c’è più che mai
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L’ha ribloggato su Nutrire il corpo e l’anima.
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Che tutta la terra riprenda a danzare e la vita rifiorirà!
Fernand Divoire
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