La donna maschio, donna sottomessa,
domina-donna, o donna sfruttata,
pugno in un occhio o incanto delle forme,
donna soggetto o oggetto, pluriforme
presenza degli ormoni, unione degli
opposti, in te, in me, dentro la cosmica
fusione dei poli, nella sapiente
inclusione che integra e perdona,
che solo nell’incontro dal profondo
si placa nell’abbraccio, e vi riposa:
più in là, molto più in là di una mimosa.
Odio la mimosa!;-))
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poesia deliziosa! Mi piace molto.
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Grazie per questo bel dono delicato e gentile nella giornata della donna (dire festa mi pare del tutto inappropriato) e ‘quel molto più in là di una mimosa’ quante cose ‘sottende’…
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Grazie sempre.
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…un bell’abbraccio questa poesia…
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Pingback: Otto marzo | alessandrapeluso
” più in là, molto più in là della mimosa” un verso semplice ma intenso,allusivo,illuminato di giallo e … di una grazia immensa
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” piu` in la`, molto piu` in la` di una mimosa”
Grazie per questo abbraccio!
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[coordinamenta femminista e lesbica] 8 MARZO 2016. SIAMO TUTTE PRIGIONIERE POLITICHE!
https://coordinamenta.noblogs.org/post/2016/03/07/8-marzo-2016-siamo-tutte-prigioniere-politiche/
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Il si di una donna, molto più in là di un si.
“Con il sì di Maria l’oceano di misericordia di Gesù ha inondato la miseria del mondo”.
Papa Francesco
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INCONTRO
Queste dure colline che han fatto il mio corpo
e lo scuotono a tanti ricordi, mi han schiuso il prodigio
di costei, che non sa che la vivo e non riesco a comprenderla.
L’ho incontrata, una sera: una macchia più chiara
sotto le stelle ambigue, nella foschia d’estate.
Era intorno il sentore di queste colline
più profondo dell’ombra, e d’un tratto suonò
come uscisse da queste colline, una voce più netta
e aspra insieme, una voce di tempi perduti.
Qualche volta la vedo, e mi vive dinanzi
definita, immutabile, come un ricordo.
Io non ho mai potuto afferrarla: la sua realtà
ogni volta mi sfugge e mi porta lontano.
Se sia bella, non so. Tra le donne è ben giovane:
mi sorprende, e pensarla, un ricordo remoto
dell’infanzia vissuta tra queste colline,
tanto è giovane. È come il mattino, mi accenna negli occhi
tutti i cieli lontani di quei mattini remoti.
E ha negli occhi un proposito fermo: la luce più netta
che abbia avuto mai l’alba su queste colline.
L’ho creata dal fondo di tutte le cose
che mi sono più care, e non riesco a comprenderla.
C. Pavese
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Tu che comprendi cosa c’è molto più in là d’una mimosa. Tu non stancarti di indicare la via ai tanti sordi, da millenni incapaci di sentire quel che tu senti.Grazie.
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” Non capiremo mai abbastanza quanto bene è capace di fare un sorriso.”
Madre Teresa di Calcutta.
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Grazie.. Un pensiero, come auguri, una poesia, è un abbraccio, un sorriso dolce.
grazie
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Ave Mary della Murgia è la dimostrazione dell’importanza notevolissima della donna nei vangeli- anche se scritti da maschi ebrei di cultura ferocemente maschilista . Gesù sicuramente non faceva toppe distinzioni fra discepoli maschi o femmine, le seconde sempre al suo fianco, fin sotto la croce. Grazie , Fabrizio, per la bella poesia, ma la mimosa ” effimera ” e fragile è un fiore che non ci rappresenta. C’è un ” oltre ” , c’è ” molto altro “.
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