Giorno orrendo! Ho assistito, qualche centinaio di metri distante, all’esecuzione di B. C’era solo da premere il grilletto del mitra e poteva essere salvo! Eravamo sulle alture che dominano Céreste, la boscaglia piena zeppa d’armi e noi in numero almeno pari alle SS, ignare della nostra presenza. Agli occhi dovunque imploranti attorno a me il segnale del fuoco, ho risposto di no col capo… Sotto il sole di giugno un freddo polare mi filtrava nelle ossa.
E’ caduto come non ravvisando i suoi carnefici e così leggero, m’è parso, che il minimo soffio di vento avrebbe dovuto sollevarlo da terra.
Non ho dato il segnale perché il villaggio doveva a qualunque costo essere risparmiato. Che cos’è un villaggio? Un villaggio simile a un altro? Forse lo ha saputo, lui, in quell’ultimo istante?
(trad. Vittorio Sereni)
René Char, Fogli d’Ipnos in Poesia e prose, Feltrinelli, 1962, pp.132-133
“Dell’altra moltitudine che abbiamo di versi, quasi infinita, ha scelto ciò che gli è riuscito o più elegante, o più poetico, o anche più filosofico, e infine, più bello […]” (Tratto dalla Prefazione alla crestomazia italiana de’ poeti di Giacomo Leopardi)