Potessi aspetterei duemila o più di tremila anni pur di poterti cercare. Per poterti chiedere come sei poi riuscita a levarti di dosso la polvere dell’ostilità umana.
Per chiederti come adesso vedi gli asini e gli sciocchi: proprio quelli che hanno pianto quando sei partita, quelli che ti hanno creduta Donna illegittima; proprio quelli che ti hanno riempita di amaro le narici e le vene; quelli che ti hanno portato in dono le coppe colme di acido zecchino.
Per chiederti se il vento dall’universo abbia saputo rendere più dolce il tuo morire.
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parole toccanti,una lettera come questa penso che idealmente gliel’abbiano inviata in tanti,tutti coloro che al di là di tendenze varie musicali hanno saputo apprezzare quella voce così graffiante e al tempo stesso dolce e quella persona semplice e fragile quale è stata Mimì
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