Ci lamentiamo della solitudine. Ogni pretesto è buono per pensare: quello ce l’ha con me, non mi ha salutato, sorriso, rinnovato gli auguri. È come se avessimo un’antenna pronta a captare ogni assenza di riguardo, ogni segnale diverso da ciò che ci aspettiamo, e a volte pretendiamo.
Odiamo essere soli. Ma potremmo chiederci se non siamo noi a lasciare solo il Cristo. Lui, come il Padre, scruta una strada deserta, per vedere di lontano se abbiamo il desiderio di tornare. È pronto a correrci incontro, a gettarcisi al collo per baciarci. Noi no, ci ostiniamo nel lamento, ci ribelliamo a un abbandono, a un’assenza procurata da noi stessi, con l’antica abitudine alla fuga.
la fuga è la soluzione più semplice per non affrontare le responsabilità; le scarichiamo sempre a qualcun altro. Siamo immaturi, la Verità non concilia con la nostra libertà. Toccare il fondo per fare ritorno? Ma il principe del mondo sibila le 3 tentazioni e noi abbocchiamo, ma il nuovo Adamo ci insegna quali risposte dare per salvarci. Quando ammazzeremo l’uomo vecchio?
"Mi piace""Mi piace"
Fuga
La fuga dal reale,
ancora più lontano la fuga dal fantastico,
più lontano di tutto, la fuga da se stesso,
la fuga dalla fuga, l’esilio
senza acqua e parola, la perdita
volontaria di amore e memoria,
l’eco
che non corrisponde più all’appello, e questo che si fonde,
la mano che diviene enorme e che sparisce
sfigurata, tutti i gesti insomma impossibili,
se non inutili,
l’inutilità del canto, la purezza
del colore, né un braccio che si muova né un’unghia che cresca.
Non la morte tuttavia.
Ma la vita: captata nella sua forma irriducibile,
senza più ornamento o commento melodico,
vita a cui aspiriamo come pace nella stanchezza
(non la morte),
vita minima, essenziale; un inizio; un sonno;
meno che terra, senza calore; senza scienza né ironia;
quello che si possa desiderare di meno crudele: vita
in cui l’aria, non respirata, mi avvolga;
nessuno spreco di tessuti; loro assenza;
confusione tra mattino e sera, senza più dolore,
perché il tempo non si divide più in sezioni; il tempo
eliminato, domato.
Non ciò che è morto né l’eterno o il divino,
soltanto quello che è vivo, piccolo, silenzioso, indifferente
e solitario vivo.
Questo io cerco.
C. De Andrade
"Mi piace""Mi piace"