
Ci lamentiamo, anche solo tra noi, anche senza parole. Gesù ci dà due chances: primo, offrirgli le nostre sofferenze; secondo, considerare le Sue. Quest’ultimo atto dovrebbe essere quello decisivo.
Ci lamentiamo, anche solo tra noi, anche senza parole. Gesù ci dà due chances: primo, offrirgli le nostre sofferenze; secondo, considerare le Sue. Quest’ultimo atto dovrebbe essere quello decisivo.
Ci lamentiamo, rimuginiamo, mormoriamo, non ci fidiamo…di questo mondo pieno di violenza, oppressione, paura, sospetto …ma noi siamo figli, ci ha scelto fin dall’eternità, siamo gli amati dal Signore, a tal punto che Lui è venuto tra noi per riportarci a casa, come ci aveva creati…ne siamo consapevoli?
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Non si può dire che sia una via facile…ma vale la pena provare, di solito, quando il Maestro indica una strada, è perché sa che porta dritta alla meta. E trasformare le proprie lamentazioni, spesso giustificate, in qualcosa di costruttivo, è una meta senza dubbio attraente.
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