“BUONA LETTURA” 18: “L’erbario di Libereso” di Libereso Guglielmi
Buona lettura è una rubrica curata da Mara Pardini. Uno spazio per “assaggiare” libri buoni, ovvero utili, piacevoli, intelligenti, capaci di lasciare un segno nell’immaginazione di chi li sfoglia.
Un taccuino per catturare le impressioni, i messaggi e le parole che escono di pagina in pagina ma anche per incontrare scritture nuove e legate all’attualità.
Un angolo per parlare di libri e condividere il gusto di una buona lettura.
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Gli acquerelli, le matite, gli appunti si susseguono di pagina in pagina, piccoli e grandi tasselli pronti a raccontare la storia di Libereso Guglielmi e la sua immensa conoscenza botanica.
È L’erbario di Libereso (Pentàgora Edizioni) che propone le meraviglie della natura attraverso la matita del giardiniere di Calvino.
Curato da Claudio Porchia, il bel volume svela come il disegno fosse lo strumento per eccellenza per fissare forme e colori, nomi e caratteristiche degli incontri di Libereso con le piante e i fiori con cui si imbatteva camminando per i boschi, le colline, i monti, i prati e, soprattutto, nutrendosi di ogni tipo di pianta.
Scopriamo così i funghi, gli alberi e gli arbusti, le piante da orto e da campo, quelle officinali ed aromatiche, le esotiche e da giardino.
Piccole meraviglie appartenenti ad una natura ricca, viva, rigogliosa, sempre in cambiamento e per questo ancora più affascinante.
Un mondo che Libereso coglieva con sorpresa e stupore sempre rinnovato e che, racconta Porchia, fissava non con la fotografia ma con la matita e gli acquerelli su ogni tipo di carta: tovaglioli, cartoncini, block notes, calendario, tovagliette dei ristoranti, volantini pubblicitari diventano così preziosi “documenti” di quelle piccole cose che rendono davvero speciale questo nostro mondo, osservato e amato dagli occhi di un botanico innamorato della natura.
Straordinario viaggiatore e instancabile ricercatore, Libereso ha accumulato tanti disegni a colori o in bianco e nero che talvolta riportano anche degli appunti, delle note botaniche, spie di quello spirito di osservazione che è sempre stato il seme della sua esistenza.
L’erbario di Libereso ci insegna attraverso un alfabeto visivo, vario e articolato a leggere la realtà in modo diverso: ci dice che il bello vibra anche – e soprattutto – nelle piante, nei fiori, nella natura, la ” prima madre universale”, che dobbiamo amare e preservare.
Il ragazzo da cui Italo Calvino aveva tratto ispirazione per realizzare il personaggio del Barone Rampante, racconta così la sua straordinaria sensibilità naturalistica, l’inesauribile entusiasmo e la curiosità che lo hanno sempre contraddistinto
Mara Pardini
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LIBERESO GUGLIELMI (Bordighera, 1925-Sanremo, 2016)
Giardiniere, floricoltore, disegnatore: ha lavorato nella Stazione Sperimentale di Floricoltura di Sanremo diretta da Mario Calvino, del quale curò i giardini e divenne amico di suo figlio Italo. Capo giardiniere del giardiniere botanico Myddletown House e ricercatore presso l’Università di Londra. Viaggiatore e instancabile naturalista, ha scritto su riviste di botanica e giardinaggio. Nell’ultima fase della sua vita si è dedicato alla didattica e alla divulgazione.
Grazie Marino per questa segnalazione, comprerò a razzo il libro, Segnalo che su queso sito avevo pubblicato un ricordo di Libereso quando scomparve: https://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2016/09/25/libereso-guglielmi-il-giardiniere-di-calvino/
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