
Il Cristo ricorda alla Bossis l’importanza della sofferenza. Le dice che, presa in sé, la natura umana non può amarla, ma la soprannatura se ne impadronisce come uno strumento al servizio del progetto di Dio, e un modo per ottenere grazie che corrispondano alla Sua volontà. Aggiunge che occorre attingere al gran deposito delle Sue sofferenze, a seconda del momento che si vive: quelle dell’infanzia, dell’adolescenza, della vita pubblica. Non bisogna perderne nessuna, perché sono tutte preziose per la nostra vita.
da una parte:peccato, sofferenza, inferno…dall’altra: grazia, lode, gioia, paradiso..
cosa ci attrae di più?
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