
Ho dormito l’ultima notte
nella casa di mio padre
al quartiere proletario.
La guerra, aborto d’uomini
dementi, è passata sulla
mia casa di San Lorenzo.
Il cuore ha le sue distruzioni
come le macerie di spettri,
eppure il cuore ancora grida,
geme, dispera, ma vive
come la madonna di Raffaello
salvata tra i sassi della mia casa
e un paio di calzoni grigioverdi.
3 aprile 1945
Da Portonaccio, in Poesia italiana del Novecento, volume secondo, Milano, Garzanti 1980, p. 888.
La più oscura delle notti, la parte più distruttiva dell’uomo, non hanno il potere di cancellare il battito forte e traboccante della vita.
Molto bella!
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Eppure
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poesia, stupenda!
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