
da Nel cuore della parola
Le cose
trovava che le cose dentro i libri erano più vere che fuori
che le cose nei libri e le persone stavano al posto giusto e se stonavano
era solo per poi riprendere il posto esatto che spettava loro
Tutto molto chiaro in questa poesia di Vera Lúcia De Oliveira. Ma la poesia dice sempre qualcosa di più di ciò che sembra.
“Trovava”: chi trovava? Il problema del soggetto, in poesia, è stato esplorato in lungo e in largo. Il nocciolo della questione è il seguente: l’arte, come la fede, insegna che siamo fatti a strati, che una stessa cosa la si può considerare da molteplici punti di vista. È un esercizio che possiamo fare riflettendo, per esempio, se quello che viviamo in un dato momento è più riferibile al corpo, alla psiche o allo spirito. La classica tripartizione antropologica ricorda che esistono almeno tre io da ipotizzare.
“Che le cose dentro i libri / erano più vere che fuori”: abbiamo certamente provato anche noi una sensazione come questa. Nei libri è tutto chiaro. Soprattutto in certi libri, come il Vangelo: niente da togliere, niente da aggiungere, tutto perfetto, coerente, intangibile. Eppure Gesù è più vero del Vangelo, e meno intangibile, se da Risorto porta i segni inequivocabili della Passione. È la differenza tra la scrittura e la vita, che si completano a vicenda: senza Vangelo non arriveremmo a Cristo, ma senza Cristo, il Vangelo a che serve? Lo dimostrano certi giochi esegetici, che considerano la lettera più importante della vita, e ci si perdono.
“Se stonavano / era solo per poi riprendere il posto / esatto”: qui c’è il colpo di genio. La stonatura è il montaliano anello che non tiene, la verifica della vita, la differenza tra la macchina e l’uomo. Torniamo alla domanda iniziale: chi è che “trovava”? L’io che vorrebbe rifugiarsi nell’astrazione immune dagli urti del reale? È questo l’io affidabile? O non dà maggiori garanzie l’io che accetta le stonature della vita e ci fa i conti a viso aperto? Il registro della De Oliveira è serio, ironico, provocatorio?
Al lettore, come sempre, la risposta.
serio, ironico, provocatorio?
Ognuno di noi proietterà su questi versi il proprio modo di essere, ma il messaggio dello strappo tra reale e ideale è forte e chiaro, universale.
Come sempre le tue parole sono guida, e fanno sì che la lettura riverberi nel profondo.
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Non è facile trovare l’armonia quando tutti cantano la stessa nota.
(Doug Floyd)
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le cose dentro i libri erano più vere che fuori
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