
E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio, al lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
[Salvatore Quasimodo. Da Giorno dopo giorno]
[Qui una iniziativa importante]
La memoria dell’amore deve viaggiare parallela alla memoria dell’orrore, per ricordare che l’uomo può raggiungere le altezze degli angeli, quando ama, e assumere tratti demoniaci quando aderisce all’odio, accovacciato in un angolo buio del suo io.
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