
Il porto del cielo
Una suora prende il velo
Ho desiderato andare
Dove le primavere non tramontano,
In campi dove non cade grandine aguzza e spigolosa
E qualche giglio spunta.
E ho chiesto di essere
Dove non vengono tempeste,
Dove il verde mulinare è muto nei porti,
E lontano dal sommovimento del mare.
Sacerdote e poeta, definito “un grande maestro della poesia moderna”, Hopkins riesce a rendere i sentimenti più profondi di un’anima consacrata – qui una suora che “prende il velo”. A prima vista, sembra una fuga dal mondo, un cercare riparo dalla “grandine aguzza e spigolosa”, dalle “tempeste”, dal “sommovimento del mare”, inevitabili nell’esperienza umana ordinaria. La religione come oppio dei popoli è un’idea dura a morire. Non sono mancate del resto, nella storia della Chiesa, persone che hanno scelto la via religiosa come soluzione ai propri problemi psicologici o economici. La poesia di Hopkins, tuttavia, mette in risalto la profondità dei sentimenti, la consapevolezza che l’intimità con Dio è l’unica fonte di pace indefettibile. Non è una difesa velleitaria dai pericoli esterni, ma l’adesione radicale e coraggiosa a Chi libera dal male del peccato.
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La trovo splendida, solo la poesia poteva descrivere un’emozione così elevata e inafferrabile.
Il commento porta l’attenzione sulla particolarità di una tale scelta, certamente incomprensibile senza uno sguardo di fede.
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