
Si può gioire nella sofferenza? A prima vista è impossibile. Siamo sempre propensi al benessere, è la natura che avanza i suoi diritti. Eppure c’è Qualcuno che ha gioito patendo, il Salvatore. Riusciremo a comprenderlo? È qui che si gioca la partita.
siamo sicuri che Egli gioiva? Non gridò forse “Dio, Dio, perché mi hai abbandonato?”
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L’obiettivo ci fa superare qualsiasi difficoltà…sempre se ci crediamo…
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La vita è come una partita di calcio, bisogna saper scendere in campo avendo come obiettivo finale la vittoria… ma durante la partita non bisogna perdere di vista né come giochi, né i tuoi avversari, che possono essere tanti e diversi, tu devi giocare dando sempre il meglio e secondo coscienza, nel gioco della vita, è il momento del gioco che fa la differenza sei tu con il tuo comportamento a fare la differenza e ciò la dice lunga sulla meritata vittoria finale…il trofeo avrà il suo peso e il *suo gusto* a seconda del tuo impegno… Ma già il fatto di aver dato sempre il massimo e non aver chiesto il *cambio*perché purtroppo nessuno può giocare al posto tuo, il trofeo sarà ancor di più una meritata conquista!
La soddisfazione più alta ed il premio ambito, per aver giocato con il cuore e dando il meglio.
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Forse la gioia ci Cristo non è uno stato d’animo, ma uno stato dell’essere.
Psiche e corpo possono essere pienamente immersi nella sofferenza, ma esiste un’ altra dimensione, contemporaneamente presente, che supera il contingente sconfinando nell’ eterno, e che sa che sofferenza e morte non saranno l’ultima parola.
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