
Via Stilicone
Via Stilicone è a Milano una
Fra le vie piú tristi che io conosca –
Una fila di case e quasi niente
A confortarle dalla parte opposta
Dove mangiano alle notti
Di uno scalo e di un cimitero
Le luci delle sue finestre
Occhi di fatiscente impero
Come la fronte di chi stando
A un nudo tavolo altra fronte
Cerca a cui stringersi posarsi
Ma nessuna gli risponde
E giú si piega e si abbatte
Si fa cuscino delle braccia
Vuole scappare da se stesso
Sparire alla propria faccia
Strada uguale a dove sbando
Piú ogni giorno o amica mia
Al Senzafondo al nome Morte
Che ha per compagna Follía
Via Stilicone è a Milano la via
Piú vulnerabile che io conosca –
Una fila di case con paura
Del buio dalla fronte opposta
***
C’è una via Stilicone in ogni vita: un momento in cui manca il collegamento con la riva opposta, in cui siamo messi di fronte al nulla e sprofondiamo in un’atmosfera di tristezza. Niente può più confortare: è il cimitero di entusiasmi e speranze, che le prove, le delusioni e le sconfitte hanno finito col logorare a poco a poco. L’appello del cuore è sempre vivo, ma non c’è risposta: la solitudine diventa un condanna inaccettabile, che conduce all’insofferenza di se stessi, al rifiuto della propria identità. La follia, in questi casi, è dietro l’angolo; il buio è il simbolo di un abisso che può essere colmato solo dal miracolo di una fiducia ritrovata, di una vulnerabilità che si apre all’amore come trasfigurazione di ogni via di questo mondo.
L’appello del cuore è sempre vivo
La cosa più importante (e più difficile) è imparare ad ascoltare il suo palpito, anche quando è sepolto nel cimitero della disillusione.
La poesia, la bellezza, aiuta a sintonizzarsi sulla voce del cuore, anche quando questa è oramai diventata afona.
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Dove va, fratello?” chiese l’anziano signore ben vestito. L’altro lo guardò un momento, poi disse: “Non sapevo di avere un fratello, e non so dove la strada mi porta”.
La leggenda del santo bevitore
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Sono stato molto in dubbio se scrivere o no il mio commento. La poesia è ottima, anche se sarebbe più appropriata per qualsiasi viale delle rimembranze, o per certi boulevard parigini. Il fatto è che io in via Stilicone ho abitato per anni (e ancora adesso abito lì nei pressi) e la via Stilicone ha accompagnato i miei viaggi, i miei successi lavorativi, e la mia depressione. Gioie e dolori, come la vita, come le vite di tutti noi.
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