
Il sole triste della nomenklatura
Io non so più – diceva – che questo tempo
grigio dove tutto è spento, banale, senza senso.
E non vorrei morire come sciogliendomi al vento, senza che alcuno veda.
Eppure ricordo un giorno c’era l’odore dell’erba tagliata ed il campo per noi di calcio e qualcuno che viveva e pensava stava nell’aria che respiravamo.
E il pallido sole nel cielo argentato non era triste più di tanto.
–
La natura della luce
Tanto l’amore nasce come un tramonto
– diceva – Un raggio di luce rossa ferisce per un solo istante la siepe odorosa di gelsomini. E tutto trasluce, quieto, nel vespro, nella naturale mancanza di senso.
Ma quello squarcio di luce era un seme, ora lo sente. Cresciuto lungo la notte nel suo riposo e ora ti pensa ogni momento di più e si stupisce e si scopre abbandonata a questo amore mai considerato.
–
La rada
C’è una spiaggia lungo la rada
dove un tiepido sole splende
triste in questo novembre.
Lì tu celi e riveli il tuo mistero
e domandi sempre e non cerchi
più risposte. Solo guardi il mare
che brilla e si perde nella foschia
lontana e non hai più domande
e domandi sempre.
–
Rinnovo delle promesse battesimali
La lampada è spenta
il sole tramonta
la neve scende bianca
sul mio andare via.
Lungo la strada
dietro i rami spogli
volti a mezz’aria
dicono parole di cui
mi sfugge il senso.
Nella notte che viene
mi congedo per amore,
perché credo e spero
di tornare più vicino,
di morire tre giorni
e poi resuscitare
quando il fico germoglia
e l’estate è vicina.
–
Tratto da: https://gpcentofanti.altervista.org/piccolo-magnificat-un-canto-di-tanti-canti/
Questi versi irradiano un’intima e serena bellezza.
Grazie.
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Nella notte che viene
mi congedo per amore,
perché credo e spero
di tornare più vicino,
di morire tre giorni
e poi resuscitare
quando il fico germoglia
e l’estate è vicina.
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