A volte si dice di un romanzo che è potente. Poi lo leggi e non ti ha neppure graffiato.
Adesso prendi in mano Dalle rovine di Luciano Funetta (Tunué, pp. 184, euro 9,90) e vedi che almeno un pugno ben vibrato ti arriva. Anzi due: uno in faccia, per stordirti, un secondo nello stomaco, per soffocarti. C’è un giovane uomo, un padre, un marito. Il suo nome è Rivera, abita una città immaginaria – a tratti futuristica – che porta il nome di Fortezza. La vita di quest’uomo si affaccia sul fallimento dell’istituto del matrimonio: è padre e marito, ma egli ha abbandonato moglie e figlio, li ha preferiti alla propria collezione di serpenti velenosi. Ha perso anche il lavoro (non si sa come, “il lavoro al giornale era soltanto un ricordo”) e un posto nella società. Vive relegato nel proprio appartamento, piccola fortezza al centro dell’immensa Fortezza. Continua a leggere