La religione del peyote
Di Mara Macrì
Presidente ACTA POPULI – Istituto di Comunicazione Ricerca e Giornalismo www.actapopuli.net
Abitatori indigeni dell’America così furono chiamati da Cristoforo Colombo che credeva di aver scoperto una parte dell’India Asiatica. Gli indiani d’America, detti anche Pellirossa per il color rame della loro pelle. Nelle grandi enciclopedie vengono definiti affini alla razza mongolica, con capelli neri e folti, barba rada, fronte bassa, cranio mesocefalo…
Coraggiosi, tenaci, fedeli ma pigri e crudeli (Diz. Enc. Mod.. Ed. Labor) nella realtà un grande popolo in estinzione ricco di un patrimonio di saggezza, spiritualità e conoscenza fitoterapica che ribalta la mentalità acquisita dai films western che collocano i “bianchi” nella categoria dei buoni e definiscono i pellirossa selvaggi tagliatori di gole. Ma chiunque approdi ad Ovest, dove vive l’America “pellerossa” concentrata in riserve non più grandi della nostra Calabria o della metà del Lazio, può scoprire la verità e l’incanto racchiusi in luoghi lontani dalla cultura occidentale e materialistica, dove antiche comunità Navajo, Yaqui, Kiowa, Apache ed altri nuclei meno numerosi cercano di sopravvivere lungo i sentieri del sacro e dei culti ancestrali. Eppure, ancor oggi, in un mistico silenzio mito e storia si fondono con la religione e la medicina indiana – erbe medicinali, trance, massaggi terapeutici e canti – riaffermano nonostante tutto l’antico culto del Peyote sacro, la pianta utilizzata per secoli dalle popolazioni mesoamericane per cerimoniali religiosi, mistico-visionari, alimentari e curativi. Continua a leggere →
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