
Gesù raccomanda a Gabrielle di sorvegliare bene i pensieri del cuore, perché quel che abbiamo in cuore arriva presto alle labbra. Con Lui sembra tutto facile ma, se lo ritiene possibile, vuol dire che è vero.
Gesù raccomanda a Gabrielle di sorvegliare bene i pensieri del cuore, perché quel che abbiamo in cuore arriva presto alle labbra. Con Lui sembra tutto facile ma, se lo ritiene possibile, vuol dire che è vero.
Cosa abita in noi? Il Cristo dice alla Bossis di chiedergli di rimanere chiusa nel Suo cuore, quando il prete chiude il tabernacolo. È possibile per tutti, in ogni messa, in ogni adorazione.
Nel Pater recitiamo sempre: venga il Tuo regno. Dice il Cristo alla Bossis: quale amore tenero e puro quando potrai dire: il Tuo regno è venuto! Una questione temporale, ma soprattutto cardiologica.
C’è distrazione e distrazione. Se non vengono per colpa tua, dice il Cristo alla Bossis, ti do le stesse grazie che avresti avuto senza distrazioni. Dio guarda al cuore, ci ricorda la Bibbia. C’è qualcosa di più consolante?
Mettere il cuore sul cuore di Gesù, accoglierne la sofferenza, purificarsi: è il consiglio di Cristo alla Bossis, controcorrente. S’impara ogni giorno di più a essere se stessi.
Come comunichiamo con Gesù? Ognuno ha un suo modo. Il Cristo consiglia alla Bossis di servirsi del cuore. Un cuore aperto a Lui, continuamente. Un cuore parlante.
Gesù si dona tutto intero, e desidera che facciamo altrettanto, che smettiamo di concedergli i ritagli di tempo tra un impegno e l’altro. Occorre dargli il cuore, qualsiasi altra cosa è insufficiente.
Andiamo in cerca di chissà che cosa,
di quale identità, viltà
di una posa omertosa,
prima con noi stessi e poi con gli altri,
scaltri gestori di una risorsa esausta,
di un’infausta voglia di affermarsi,
distrarsi dal vero io, che è Dio.
E Dio è il bambino, L’Archetipo del bene,
la sottile linea della santa innocenza,
la scienza dell’amore, il cuore:
quello che manca alla nostra società:
l’urlo, il respiro, il battito selvaggio,
l’ortaggio al pubblico ufficiale,
lo sberleffo, il ceffo opposto
all’insalùbre cortesia, la grande ipocrisia
di questo mondo immondo, di questa terra
attonita sul punto di morire: dire la parola
osare il Verbo, l’ombra del Progetto
che si stende sul deserto arido, che pende
sul vuoto. E chi ha orecchi per intendere
– non uso volutamente il congiuntivo – intende.
Il Borgo Medievale di Torino ospita fino al 26 febbraio 2017 una mostra dedicata al libro “Cuore”. L’esposizione si intitola “Cuore, heart, corazon, du coeur, Srdce…- Immagini e percorsi alla scoperta del libro Cuore di Edmondo De Amicis” ed è aperta tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle ore 10 alle ore 18 (ultimo ingresso 17.15), con biglietto ad 1 euro. Si tratta di una piccola ma interessantissima esposizione che si sviluppa su due sale del Borgo Medievale, rintraccia la storia di “Cuore” ed è possibile ammirare documenti e libri d’epoca. Il museo torna così ad occuparsi di letteratura per l’infanzia con questa mostra prodotta in collaborazione con la Fondazione Tancredi di Barolo – MUSLI (Museo della Scuola e del Libro per l’Infanzia)
La relazione del pubblico con questo libro fondamentale della letteratura del nostro paese è una relazione forte e non sempre facile. E vale la pena di riesaminare il contenuto di “Cuore” – di quello che fu un best seller – e le letture critiche, gli adattamenti, i risultati editoriali e le implicazioni culturali. Ho rivisto con piacere, e un pizzico di commozione, alcuni spezzoni dal film-tv di Comencini ed un album di figurine, il vecchio album di figurine che avevo alle elementari, legato alla serie televisiva. Ah, dimenticavo, ho scoperto che, all’epoca del libro, esistevano cartelle in legno, ne ritrovate una esposta a “Cuore, heart, corazon, du coeur, Srdce…- Immagini e percorsi alla scoperta del libro Cuore di Edmondo De Amicis”, una tappa da non perdere nella vostra visita a Torino.
Max Ponte