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Per l’uomo, la possibilità di pienezza è solo nella libertà. Agli occhi di chi crede, l’essere di Dio viene incontro all’essere dell’uomo, Lasciando emergere l’identità profonda, fino ad allora sconosciuta. Continua a leggere
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Per l’uomo, la possibilità di pienezza è solo nella libertà. Agli occhi di chi crede, l’essere di Dio viene incontro all’essere dell’uomo, Lasciando emergere l’identità profonda, fino ad allora sconosciuta. Continua a leggere
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Tutti i discorsi che abbiamo fatto finora suggeriscono che, per educare, occorre una competenza ben precisa e che è fortemente sconsigliato improvvisare. Continua a leggere
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La perdita dell’unità dell’essere è la grande malattia dell’uomo moderno ed è la fonte delle maggiori depressioni che colpiscono i giovani d’oggi, perché perdendo l’unità di se stessi si perde il senso della vita. Continua a leggere
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Qualche tempo fa, in occasione dell’anno dedicato a Giorgio Vasari, il Cardinal Ravasi lodava l’abilità del maestro nel «riuscire a ricostruire il proprio passato, attraverso il filo continuo della memoria e l’intreccio tra vita, santità e bellezza». Per Vasari la bontà, che raggiunge i suoi massimi vertici nella carità tipica dei santi, è dunque legata inestricabilmente alla bellezza.
Eppure questa unione, per noi, non è così immediata. In un’epoca in cui il pensiero cristiano impregnava la cultura e la mentalità, era più facile intuire questo dato: arte e fede si abbracciavano e vivevano l’una dell’altra. Poi si è consumato un divorzio, per dirla ancora con Ravasi. Quel legame non ha caratterizzato soltanto la cultura cristiana. Anche nel Primo Testamento compare chiaramente: per esempio nel primo libro delle Cronache dove, in ebraico, si usa la stessa parola per indicare l’ispirazione dei musicisti e dei profeti, o in Esodo, dove si afferma che l’artista costruttore dell’Arca era “avvolto dallo Spirito di Dio”, come un profeta.
Un autore più vicino a noi, Hans Urs Von Balthasar, ha contribuito a ricostruire la continuità tra queste dimensioni: nella sua “via estetica” sostiene che la bellezza è il punto di partenza, perché una bontà senza bellezza rischia di ridursi a norma rigida e ben poco attraente. Nella sua prospettiva, la contemplazione della bellezza fa trascendere i limiti presenti nella mente dell’uomo, gli permette di non appiattire la realtà col suo metro insufficiente. La stessa esperienza si ritrova nell’amore autentico, in cui si passa il limite del calcolo e dell’egoismo naturale.
Entrambi i valori dilatano i confini della vita: la bontà esercita attrazione e dunque è bella; la bellezza dilata mente e cuore, e innalza l’uomo al di sopra della sua mediocrità, ricordandogli chi sia veramente e di quale bene possa essere essere capace.
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A partire dalla bellezza, si entra nel mondo dello spirito. Non a caso Dostoevskij, nel romanzo L’idiota, ripete più volte il ritornello della bellezza che rovescia il mondo. Continua a leggere
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L’unità dell’essere è una questione spinosa. Il suo contrario è la malattia moderna più diffusa: l’uomo dimidiato, spaccato a metà. Continua a leggere
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Viviamo in una realtà in cui gli stimoli sono così numerosi e di tale varietà, che tutto spinge verso l’esterno: rischiamo di vivere alla periferia di noi stessi, identificati nei ruoli che incarniamo. Continua a leggere
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Da ciò che abbiamo detto, si può evincere che la vita di ogni uomo o donna, sulla Terra, è un’opera d’arte: un’elaborazione personale delle categorie del bello, del buono e del vero, in vista di un riconoscimento della propria identità e di un dono da trasmettere agli altri, perché anch’essi diventino se stessi. Continua a leggere
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Più volte abbiamo parlato di Progetto con la p maiuscola. Continua a leggere
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Parlando della verità, bisogna affrontare il tema vischioso della bugia, nei vari aspetti in cui può presentarsi. Continua a leggere
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Se crediamo in qualcosa, prima o poi faremo i conti con un valore conosciuto, ma troppo disinvoltamente trascurato: la coerenza. Continua a leggere
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Se si conoscessero i benefici del bene, a nessuno verrebbe in mente di costruire una vita su ciò che non è bene, perché si capirebbe l’apparente ovvietà che il bene fa bene. Continua a leggere
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Sulla verità non agisce solo la nostra intelligenza, la volontà è altrettanto necessaria. Continua a leggere
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La verità è prima di tutto una categoria logica, cioè qualcosa che si conosce. Continua a leggere
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Padre Amorth, uno degli esorcisti più famosi e competenti, ha scritto un libro dal titolo “Dio più bello del diavolo”, testamento spirituale prezioso per chi è interessato a un certo tipo di tematiche. Continua a leggere
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Si comincia a capire, forse, che costruire la persona e una nuova società è un lavoro lento e faticoso. Continua a leggere
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La verità è legata al bene. Un motivo per cui oggi la menzogna è dilagante è che si è perso il sentimento – essenziale nella vita – d’essere amati. Continua a leggere
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Francesco Alberoni definisce l’innamoramento come “lo stato nascente di un movimento collettivo a due”. Continua a leggere
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Rifiutare la verità significa cadere nelle pieghe e nelle piaghe della menzogna, di cui è imbevuta la nostra società. Continua a leggere
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La paura o il coraggio della verità: un’altra scelta non procrastinabile. Continua a leggere