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Archivi tag: Pablo Neruda
Luigi Maria Corsanico legge Pablo Neruda. 13
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Luigi Maria Corsanico legge Pablo Neruda. 11
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Ornithology 34. Neruda
Pinguino
Spheniscus Magellanicus
Né stupido né bimbo né nero
né bianco ma verticale
e un’innocenza interrogativa
vestita di notte e di neve.
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Luigi Maria Corsanico legge Pablo Neruda. 10
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Luigi Maria Corsanico legge Pablo Neruda. 8
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Luigi Maria Corsanico legge Pablo Neruda. 5
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Pablo Neruda – Poema XII
Per il mio cuore basta il tuo petto
Venti poesie d’amore e una canzone disperata
Lettura di Luigi Maria Corsanico
Immagine : Edward Weston,
The White Iris (Tina Modotti) (1921)
Quarto movimento da la Suite Barroca
arrangiamento di Karl Scheit
Autore anonimo
GuitarraChitarra Continua a leggere
Luigi Maria Corsanico legge Pablo Neruda. 3
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Pablo Neruda
Se tu mi dimentichi
Los Versos del Capitán – Las Furias
Voce e piano e tastiera: Luigi Maria Corsanico
(Traduzione di Giuseppe Bellini)
da “I versi del Capitano”, Passigli Poesia, 2002
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Luigi Maria Corsanico legge Pablo Neruda. 2
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PABLO NERUDA
SÓLO LA MUERTE
Residencia en la Tierra 2, publicado por primera vez en Madrid (1935).
Leído por Luigi Maria Corsanico
Johann Sebastian Bach
El clave bien temperado I
Preludio 8 en mib menor BWV 853.
Piano: Tatiana Nikolayeva Continua a leggere
Luigi Maria Corsanico legge Pablo Neruda
Pablo Neruda, poeta del mare
1. A cosa servono i versi?
“ A cosa servono i versi se non a quella notte/ in cui un pugnale amaro ci esplora/ a quel giorno / a quel crepuscolo, a quel cantuccio offeso/ dove il cuore stremato dell’uomo si prepara a morire?”. Continua a leggere
62. Un miracolo
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Le realtà della vita sono fatte a modo loro: richiedono una lenta incubazione per venire alla luce. Continua a leggere
Fin lì
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Come s’intrecciano sogni e parole
nella camera fuori d’ogni tempo,
dove il ricordo passa a tradimento,
dagli scuri, ancora bagnati dalla
pioggia. Come si fa a pensare solo
al rombo delle auto, oppure al canto
degli uccelli risorti in questo sole
incredulo, nel vento che si porta
correndo i miei pensieri, o la paura
che s’impunta fin lì, dove Lui sosta
con lo sguardo mansueto dal divano,
o dal tavolo beige, o il comodino
dove allungo la mano alla bottiglia
d’aqua, per rendere più dolce l’attimo
straziante del saluto, del rumore
di macchine che proprio come il vento
passano, sfumano in sogni o parole,
intravisti fra le tende di velluto.
51. Baci Perugina
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Ciò che succede tra Maria e Andreas ai bordi della Senna, dopo il primo accostarsi delle labbra, non sarà oggetto di descrizioni puntuali, più adatte, in questo caso, al genere romanzo erotico. La situazione, tuttavia, ha un risvolto significativo, poiché il lettore sa che sul romanzo pesa il controllo occhiuto di Ruperto il Pievano, che potrebbe stroncarlo per la seconda volta nell’inserto culturale del Giornale di Vicenza. La settimana scorsa lo aveva preso alla larga:
È vero che da questa allagata e melmosa pievanía berica le prediche sono facili da fare, ma, insomma, cercate un po’ di capire. La grammatica dei sentimenti è stata, come dire, stirà su un panàro grando da che la letteratura è passata per la crisi dell’engagement, e chi scrive ha, secondo me, il compito di ritrovare l’asciuttezza della vita interiore, la perspicuità delle parole non usurate. Anche se è difficile, perché tanta parte del discorso pare usurata. Continua a leggere
Il postino
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Mi trascino in basilica con la stanchezza tipica del martedì, il mal di testa che esplode puntuale dopo il lunedì d’incubazione. Hanno organizzato l’adorazione continuata nella cappella dei francesi, quella col re che fa la comunione sotto la statua della Madonna di Loreto. M’inginocchio per un po’, perché c’è un altro prete sulla mia sinistra, non vorrei scandalizzarlo; ma le ginocchia non reggono e mi metto a sedere. Il cervello è compresso nella scatola cranica come in un vestito troppo stretto, impedendo qualsiasi misticismo. Continua a leggere
Yo vine aquí para cantar y para que cantes conmigo.
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Mi dicevi che avevo due talenti: la predicazione e la scrittura. Quando mi prende il magone penso alle facce della gente, alla festa della domenica mattina, alle mani strette e ai baci mandati da lontano, oppure allo schermo bianco che aspetta di essere riempito, alle parole inanellate una dopo l’altra nel filo dell’ispirazione, come un rosario di sogni. Allora tutto prende forma: anche gli scontri con la burocrazia, le barriere dell’indifferenza, gli spuntoni aguzzi di invidie e gelosie, che non avresti mai pensato potessero ergersi inquietanti nei campi del vangelo. Continua a leggere