
Guardare all’invisibile è essenziale per crescere: mai accontentarsi, mai banalizzare. Sentire la vita che attraversa il corpo, lo Spirito che si comunica e trasforma, scoprirsi nuovi in ogni istante: questo è il Progetto.
Guardare all’invisibile è essenziale per crescere: mai accontentarsi, mai banalizzare. Sentire la vita che attraversa il corpo, lo Spirito che si comunica e trasforma, scoprirsi nuovi in ogni istante: questo è il Progetto.
Ormai sappiamo che, nell’amore, tutto è collegato: è ovvio pensare che l’amore per il prossimo sia qualcosa di voluto da Gesù. Siamo quelli che uniscono, che ricuciono strappi, che aprono spiragli di speranza? Non è questo il Progetto?
Siamo una sola cosa con Gesù: non dobbiamo meravigliarci se ci guida, se ci parla interiormente, se provvede a noi nei modi più impensabili. Lui ha un piano: dobbiamo fidarci dei Suoi passi, delle Sue misteriose strategie.
Facciamo programmi su programmi, ma c’è un solo progetto, quello di Dio. I programmi affondano nella precarietà, il progetto originario non fallisce, perché è la verità che splende oltre, la metafisica, tanto disprezzata. Dobbiamo ricuperare l’essenziale. Come sappiamo, non si vede bene che col cuore.
Dio non spreca nulla, dà a ciascuno le grazie che servono. È inutile chiedere i doni di questo o quel santo. Qui e ora ci vuole qualcos’altro: quello sarà concesso, come in un mirabile mosaico in cui ogni tessera è al suo posto.
Collaborare con Gesù, fare della bellezza, verità e bontà un’opera comune: questo è il progetto. Unirsi sempre più nel trasformare il mondo in paradiso è il sogno di Dio, che ogni mattina ci contagia.
Facciamo mille progetti, assecondando una creatività benedetta che deve collegarsi, tuttavia, al Creatore. Più maturiamo, più siamo consapevoli del fatto che c’è un unico Progetto, il Suo. È bello sapere, da personaggi un po’ groggy del festival dei fallimenti, che esiste, in qualche angolo del cuore, qualcosa che non può fallire.
Dio è un ricco Signore, con uno splendido palazzo in cima a un monte. Invita gli abitanti della valle a risiedere con Lui, ma essi rifiutano di fare la salita. Il padrone del castello è addolorato: propone di collaborare a coloro che accolgono il progetto, e di chiedere aiuto a quelli già arrivati sulla vetta. Quanti si lasceranno convincere, alla fine?