da qui
E’ tempo di non scendere più a patti con il proprio destino,
accavallare i giorni che ti sanno riarso, uno scompenso
inaspettato, in affanno, sull’angelo apparso fuori tempo,
ma ancora in grado di scoprirci attratti dall’unico consenso.
A lungo t’ho chiamato da quest’ombra protesa sul futuro:
e non ricordo neanche quanto manchi all’inverno né quanto
dell’autunno sia andato senza traccia, o tenga duro
nella notte che passa, senza battere ciglio. Sapessi
come prego perché si soddisfaccia il mondo di pianti
e suppliche rivolte a voce bassa, alla Donna del sì:
che ti convince sempre, come fosse l’appiglio che ci tiene
tutti quanti, la fune che ti cinge, proprio qui.