Wu Ming 2, uno dei componenti del collettivo Wu Ming, autori di romanzi e racconti sia collettivi che individuali, ma anche di una molteplicità di altre produzioni, iniziative, articoli, interventi, imprese, attività di diffusione e di guerrilla mediatica volte a mettere in evidenza le forzature e le contraddizioni del potere: il materiale è tale e tanto che, per la prima volta da quando è iniziato questo ciclo d’interviste, mi trovo in difficoltà a sintetizzare in dieci domande quello che vorrei chiedere.
1) Forse la cosa migliore è partire dal vostro romanzo d’esordio, Q, prima opera pubblicata da una grande casa editrice italiana con formula Creative Commons (ai tempi si trattava di qualcosa d’impensabile) e che quando uscì suscitò un vespaio di reazioni. Q contiene già in nuce, e al tempo stesso straordinariamente chiari nelle loro potenzialità, tutti gli elementi della vostra poetica. Una storia dalla parte dei reietti, insieme colta e popolare, raccontata con una scrittura quasi fiamminga, attenta al dettaglio ma con innumerevoli dinamiche interne. È una cosa che mi sono sempre chiesto: perché iniziare tutto così, con Q, con una travolgente avventura dietro le quinte della Riforma Protestante?
Il perché non lo sappiamo nemmeno noi, e se provassimo a ricostruirlo, sarebbe una spiegazione imposta a forza su una catena di eventi fatta di istinto, coincidenze, incoscienza e amicizia. All’epoca – era la metà degli anni Novanta – collaboravamo in vari progetti, dalla radio al teatro di strada. Pubblicavamo una rivista, scrivevamo racconti individuali, ci venne in mente di provare a concepirne uno collettivo, e per non rischiare di auto-limitarci cominciammo a parlare addirittura di un romanzo. Letture comuni – in particolare il saggio di Raoul Vaneigem, Il movimento del Libero Spirito – ci portarono a scegliere l’età della Controriforma come scenario condiviso nel quale animare l’intera vicenda.
2) Q era firmato Luther Blisset (pseudonimo collettivo utilizzato da un numero imprecisato di, cito Wikipedia, “destabilizzatori del senso comune”) mentre tutti i romanzi successivi portano la firma Wu Ming. C’è una ragione per questa sorta di passaggio di consegne?
La ragione è che Continua a leggere